Spesso pensiamo che per scrivere servano idee rivoluzionarie o una creatività straordinaria. Forse abbiamo paura che sia già stato raccontato tutto. Ma è davvero così?
Alla domanda “Perché scrivi?” di settimana scorsa, ho ricevuto sul canale Telegram oltre 30 risposte diverse. Tra queste, ci tengo a condividere un estratto di Margherita che ci invita a riflettere su uno dei motori più potenti della scrittura: osservare. Mi piacerebbe fosse utile per allenarci a coltivare la creatività nella nostra vita quotidiana.
Per un po’ posso avere il luso di fare due passi fuori di me e incontrare lo sguardo di persone che non conosco, che pure mi nascono da dentro - vivono nel mio stesso corpo come radici invisibili.
Ogni occasione è buona per cogliere spunti creativi nella realtà, senza cercarli altrove.
La parola osservare deriva dal latino ob-servare, cioè serbare, custodire, considerare con attenzione. La sua radice indoeuropea, SWER-/SWOR-, ci collega a parole di lingue diverse:
sarva-tati: salute (sanscrito)
horao: io vedo (vedere)
servire: avere cura (latino)
servus: colui che veglia (latino)
ward: guardia (inglese)
guérir: guarire (francese)
Quando osserviamo non ci limitiamo a vedere, ma custodiamo un’immagine, ce ne prendiamo cura, la rendiamo nostra.
In metro, quando al posto di guardare i video dei gattini su Instagram, mi ricordo di osservare, posso notare la sfumatura del rossetto ciliegia della ragazza seduta di fronte, il signore seduto accanto a me che legge un messaggio a caratteri cubitali, posso ascoltare i discorsi delle ragazze di vent’anni e rievocare quella leggerezza, che poi tanto leggera non era.
Come dice Margherita, poter “fare due passi fuori di sé” è un lusso. Non significa dimenticarsi di sé, ma al contrario, trovare nuove connessioni tra il mondo e la propria esperienza personale. Abbiamo l’opportunità di filtrare ciò che osserviamo con la nostra sensibilità, il nostro stile, il nostro sguardo sul mondo. E lì nasce la magia.
Esercizio: scrivi con discrezione
Da L’arte di scomparire, di Pierre Zaoui:
Il piacere baudelairiano di perdersi tra la folla della metropoli; la gioia profonda e silenziosa di osservare, inosservati, il proprio amato mentre dorme o i propri bambini mentre giocano tranquilli; il sollievo di poter placare finalmente l’ansia di mostrarsi. Lontano dalle vetrine sfolgoranti, dal calcolo prudente, dalla paura o dal desiderio di essere notati, l’anima discreta offre al mondo una presenza giusta, misurata»
Zaoui celebra la discrezione come un’arte e una scelta consapevole in un mondo che ci vuole sempre visibili. Osservare senza essere osservati è un atto di libertà, di presenza creativa.
Questa settimana ti propongo un esercizio di “scrittura discreta” per allenare il tuo sguardo sul mondo.
1. Trova un momento per osservare una persona senza che se ne accorga (mentre dorme, lavora, legge, viaggia in metro ecc.)
2. Scrivi un breve ritratto, cercando di cogliere il suo mondo interiore attraverso i piccoli gesti e dettagli.
Se ti va, condividi il tuo testo sul canale Telegram o racconta semplicemente com’è andata l’esperienza.
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